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Danza Sakuting - Copertina

Ritmo di battaglia

 

Danze Marziali Filippine 2^ parte

di Andrea Rollo

Tracce dell’antica tradizione guerriera delle Isole Filippine sono oggi custodite in numerosi balli popolari e danze tribali diffusi lungo tutto l’arcipelago.
Le danze marziali filippine possono essere divise in tre categorie: le “danze della guerra” eseguite prima o dopo una battaglia o un raid, le danze raffiguranti grandi eroi del passato, battaglie importanti, miti o leggende e le danze che riproducono movimenti marziali, alcune delle quali tramandate nel bagaglio tecnico di diversi stili di Arnis, Kali, Eskrima o Silat e, ancora oggi, eseguite dai praticanti di arti marziali filippine per allenare tecniche di combattimento e perfezionarne i movimenti.

In termini generali, l’elevato numero di danze tradizionali esistenti e la varietà di temi trattati (amore, lavoro, mimica del comportamento animale, eventi importanti quali matrimoni, nascite, lutti, guerre, patti di pace, stagioni di raccolto abbondante, ecc.) dimostra come i filippini esprimessero nelle danze le proprie emozioni, i propri sentimenti, gli stili di vita, i gesti e le abitudini della vita quotidiana.

In particolare, le danze marziali che rappresentano avvenimenti storici del passato, reali o leggendari, avevano l’importante funzione di sviluppare nei filippini il senso di orgoglio e di appartenenza alla propria tribù, etnia o popolo.

La danza Sagayan ad esempio, raccontando una delle tante imprese eroiche del leggendario Principe Bantungan (trattate approfonditamente in un precedente articolo), esalta il valore e il coraggio del popolo Maranao. In particolare, una scena raffigurante il Principe impegnato in un combattimento in difesa del suo maestro viene interpretata e  coreografata da un ballerino vestito con abiti tradizionali e armato di spada (Kriss o Kampilan) e scudo. Tale danza, ballata anche dal popolo Maguindanao, viene definita anche Sagayan-Silat. Silat è il nome di una famosa arte marziale molto diffusa nelle Filippine Meridionali e nel sud-est asiatico. I movimenti marziali di tale danza infatti la pongono da un punto di vista didattico a cavallo tra la seconda e la terza tipologia di danze marziali, in base alla suddivisione descritta nella premessa del presente articolo.

A Surigao la danza Sirong, nell’omonimo festival, recita la guerra tra cristiani e musulmani, riflettendo il processo di cristianizzazione dei primi Cantilanon, ovvero i Manobo e i Manmanwa.

Secondo alcuni studiosi di arti marziali del sud-est asiatico, inoltre, le danze marziali permisero ai nativi filippini del XVI secolo di praticare le proprie arti da combattimento nonostante il divieto imposto dalle autorità coloniali spagnole. Il footwork e le tecniche marziali vennero infatti camuffate nei passi e movimenti delle batalla, combattimenti simulati sotto forma di danza eseguiti all’interno delle Komedyas, spettacoli teatrali chiamati anche Zarzuelas o Moro-Moro che paradossalmente gli indigeni filippini recitavano proprio per allietare gli spagnoli (tesi oggi messa in discussione da diversi ricercatori).

Singkil

Danza Singkil

Citando nuovamente il Principe Batungan, la danza Maranao Singkil raffigura la scena tratta dal canto epico Darangen in cui l’eroe, durante un terremoto, cerca la Principessa Gandingan in una foresta per salvarla dagli spiriti che l’avevano rapita. Gli alberi abbattuti dal terremoto vengono rappresentati attraverso il rumore di quattro lunghi bastoni che due coppie di figuranti sbattono con ritmo incalzante a terra e tra di loro. Il ballerino cammina ripetutamente tra i bastoni senza essere colpito alle caviglie simulando così il principe che agilmente evita gli ostacoli durante il terremoto. In realtà i passi aggraziati del ballerino nascondevano il footwork tipico delle arti marziali filippine, che veniva così allenato, perfezionato e velocizzato durante la danza.

Nelle Isole Visayas, una danza preispanica molto simile al Singkil viene chiamata Tinikling. Il nome deriva da alcuni uccelli, chiamati appunto Tinikling, il cui movimento mentre schivano le trappole di bambù posizionate dai coltivatori di riso viene imitato nella danza. A differenza del Singkil però questa danza è ballata con due bastoni invece di quattro.

Maglalatik

Il “Philippine Cultural Group” hawaiano esegue una danza Maglalatik. Foto scattata nel 2004 da George F. Lee

Tecniche di Sinawali, Trapping e Gunting, tipiche delle arti marziali filippine, venivano esercitate dagli abitanti di Laguna, Luzon, nella danza Maglalatik. In tale danza, nata durante il regime spagnolo, due gruppi di ballerini vestiti con pantaloni di colore diverso rievocano una battaglia tra cristiani (pantaloni blu) e Moros musulmani (pantaloni rossi) scandendo il ritmo della musica con delle noci di cocco a metà fissate sulle mani, sul petto, sulla schiena, sulle anche e sulle cosce. La danza è caratterizzata da quattro fasi: due più incalzanti chiamate Palipasan e Baligtaran raffiguranti il combattimento più intenso e due più rilassate chiamate Paseo ed Escaramusa raffiguranti la riconciliazione.

Spesso la trama delle Komedyas e delle sue batallas evidenziava, come nell’ultima danza descritta, la superiorità del cristianesimo sulle altre religioni, con il fine ultimo di creare proseliti tra gli indios pagani e musulmani.

Nella regione Abra dell’isola di Luzon, la danza Sekuting (o Sakuting) che raffigura un combattimento tra gli Ilocani cristiani della pianura e i non cristiani delle montagne utilizzando dei bastoni da allenamento deriva probabilmente dalla più antica danza della guerra delle tribù Aeta e Baluga contro i cristiani chiamata Binabayani nella quale con il termine “Sekuting” si indicava un finto duello danzato tra due uomini armati di bastone effettuato da diverse posizioni (in ginocchio e in piedi). Nella parte finale di tale danza, le diverse coppie di ballerini combattenti si posizionavano in cerchio simulando una grande rissa.

Un tema simile caratterizza anche la danza Palu-Palo delle Isole Batanes, nell’estremo Nord dell’arcipelago, nella quale è raffigurata la storia della resistenza ivatana contro la colonizzazione spagnola e la successiva adesione degli ivatani alla religione cristiana. Il nome deriva dai bastoni utilizzati dai ballerini per riprodurre il frastuono tipico della battaglia. La stessa danza però nella regione Laguna di Luzon rappresenta invece una rissa tra lavandaie sorta a seguito di alcuni pettegolezzi durante una giornata di lavoro. In questo caso, i bastoni utilizzati dalle ballerine rappresentano quelli utilizzati dalle lavandaie per sbattere i panni.

Nel periodo compreso tra il XV ed il XVI secolo, tale tipologia di danze, probabilmente di origine araba e raffiguranti la lotta tra Cristiani e Mori del nord-Africa, si diffusa dalla Spagna in altre parti di Europa: in Italia e Spagna si chiama Moresca, in Croazia Moreska ed in Inghilterra Morris.

Da sottolineare, infine, come alcune danze tradizionali che apparentemente non hanno nulla a che fare con il combattimento nascondano, secondo alcuni, delle tecniche marziali. Prima fra tutte la danza Pandanggo sa Ilaw originaria di Mindoro, nella quale i graziosi movimenti delle ballerine che mantengono in equilibrio sulla testa e sulle mani tre lampade ad olio sarebbero in realtà parate e tecniche tipiche del combattimento di coltello. Il footwork delle arti marziali filippine sarebbe invece riscontrabile nei passi della danza Visayas chiamata Paseo de Iloilo.

Per concludere, Larrie Gabao in un suo articolo sulle “Danze Marziali Filippine scrive: “Queste danze marziali mostrano il coraggio dei filippini ed una distinta tradizione culturale segnata dai guerrieri pronti a difendere la loro comunità…… In quanto tali, le danze diventano difatti una forma di espressione rispecchiante chiaramente l’animo di ogni gruppo etnico, della nazione”.

 

Rivista “Samurai” n. 10 Nuova Seria Anno IX – Ottobre 2014

 

Ritmo di battaglia - Danze marziali filippine

 
L’immagine in evidenza ritrae un gruppo di ballerini che posano simulando di eseguire la danza Sakuting.
 

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21 Ott, 2017

Folklore

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