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Ted Lucaylucay ed il suo allievo Richard Lamoureaux

Boxe filippina

di Andrea Rollo

CORSI E LEZIONI DI BOXE FILIPPINA A ROMA

La “boxe filippina”, definita Suntukan nella lingua Tagalog e Sumbagay o Sinumbagay nel dialetto Bisaya, rappresenta una porzione del vasto panorama del combattimento a mani nude originario delle Isole Filippine.

In occidente è conosciuta con il nome Panantukan grazie all’opera di Teodoro “Ted” Lucaylucay, il figlio di Leodoro “Lucky” Lucaylucay, un esperto di Kali filippino, Campione dilettante di pugilato di Kaui e Honolulu e a sua volta figlio di Buenaventura “Kid Bentura Lucaylucay, un pugile professionista emigrato nelle Hawaii all’inizio del secolo scorso dove conquistò il titolo di Campione nazionale nella categoria Bantam-weight.

La somiglianza del termine Suntukan con lo stile di karate shotokan spinse Ted Lucaylucay a denominare la propria arte Panantukan, probabilmente una storpiatura della parola Panuntukan, a sua volta una forma alternativa di Pangsuntukan che significa “attraverso l’utilizzo del combattimento di pugni”.

Il combattimento a mani nude delle arti marziali filippine,  chiamato generalmente Pangamot (ovvero “manovra delle mani”, dalla parola “Kamot” che nel dialetto cebuano significa “Mano”), Palamut, Kamutkamut o Manomano a seconda della regione geografica in cui viene praticato, comprende oltre al Panantukan diverse componenti tra loro strettamente correlate e sovrapposte, la cui distinzione ha spesso uno scopo esclusivamente didattico:

  • l’arte di calciare detta Sikaran, Pananjakman o Sipa;
  • le leve articolari dette Trangkada o Kuntzi;
  • la lotta in piedi detta Buno, Layug o Bultong;
  • la lotta a terra detta Dumog;
  • l’arte di mordere, stringere e cavare gli occhi detta Ankab-Pagkusi o denominata Kino Mutai da Paul Vunak, allievo del famoso Dan Inosanto.

Indipendentemente dalla categoria di appartenenza, il repertorio di tecniche senz’armi delle arti marziali filippine deriva dalle tecniche e dai principi e strategie del combattimento armato.

Ciò traspare molto evidente proprio nel Panantukan, dove alcuni movimenti delle braccia riprendono palesemente le tecniche di Sinawali ovvero l’uso contemporaneo di due bastoni o i principi e strategie di maneggio del coltello.

Sebbene non esistano fonti scritte sull’argomento, alcune teorie ipotizzano addirittura che la guardia del pugilato moderno sia il risultato dell’influenza del modo filippino di combattere con il coltello sulla tradizionale guardia con le braccia protese in avanti. In particolare, tale evoluzione avvenne durante il periodo della colonizzazione statunitense delle Filippine a seguito della guerra Filippino Americana del triennio 1899-1902, quando gli americani che si scontravano con i Filippini, ad esempio nei locali dopo qualche bicchiere di troppo, capirono che per non subire tagli ai polsi, troppo esposti e facili bersagli degli avversari spesso armati di coltello, avrebbero dovuto adattare la propria guardia ad un differente modo di combattere. Non era più accettabile incassare dei colpi come avviene normalmente nel pugilato sportivo in quanto ogni colpo sferrato con un coltello poteva risultare fatale. Sembrerebbe infatti che all’inizio del secolo, quando i militari americani in servizio nelle Filippine diffusero il pugilato occidentale tra i nativi dell’arcipelago, questi avevano già sviluppato un proprio metodo di combattimento caratterizzato da una guardia più chiusa e movimenti più sofisticati propri del combattimento di coltello. La tecnica filippina contemplava l’utilizzo di pugni, colpi a mano aperta o con l’avambraccio, colpi frustati con le nocche, pugni di rovescio o a martello, gomitate e testate.Per tale varietà di colpi utilizzabili e per la loro camuffabilità durante i match di pugilato, al Panantukan fu affiancato l’appellativo di “Boxe sporca” o “da strada”. D’altra parte i Filippini assimilarono nella propria arte i metodi di allenamento e preparazione fisica dei pugili americani. In definitiva si può quindi parlare di influenza reciproca.

Nella storia della boxe tra i pugili professionisti esperti di Panantukan o dell’uso delle armi da taglio è doveroso annoverare il pluricampione dei pesi leggeri (WBC Junior 1960-1967 e WBC 1963-1967) Gabriel “Flash” Elorde ed il Campione mondiale dei pesi medi (1939-1940) Ceferino Gabriel "Flash" Elorde - PanantukanGarcia.

Gabriel “Flash” Elorde è considerato uno dei più grandi pugili di sempre tanto che, avendo mantenuto il titolo dei Junior WBC per 7 anni e 3 mesi, nel 1974 fu definito il “più grande campione di boxe dei pesi leggeri Junior nella storia della WBC”.

Secondo le testimonianze della sorella Jacinta riportate in un articolo di Lilia I. Howe pubblicato su Inside Karate, Flash era figlio di un famoso eskrimador, campione di Cebu ed esperto di spada y daga ovvero dell’utilizzo simultaneo di un’arma lunga ed un’arma corta. Jacinta racconta che sebbene il padre non volesse insegnare l’arte marziale al figlio, quest’ultimo su suggerimento della sorella  riuscì a capirne i segreti stuzzicandolo nella maniera appropriata dopo avergli offerto un paio di bicchieri di vino. Il padre infatti rispondeva agli “stimoli” del figlio con un footwork elaborato e fluidi movimenti del corpo che esplodevano improvvisamente con enorme potenza. Secondo Jacinta, questo divenne lo stile “danzante” di Flash sul ring, imitato negli anni da grandi pugili, primo fra tutti il famoso Mohammad Ali. Sembrerebbe infatti che il giovane Ali, grande ammiratore di Flash, abbia persino trascorso del tempo con lui nelle Filippine prima di Thrilla in Manila. Jacinta ammette comunque di non sapere se il fratello abbia insegnato quei passi a Mohammed Ali o se quest’ultimo lo abbia solo imitato, ma afferma con sicurezza che quel particolare stile di footwork è tipico dell’Eskrima e di  Gabriel “Flash” Elorde.

Ceferino Garcia - PanantukanCeferino Garcia è comunemente conosciuto come l’inventore del “bolo punch”, un pugno diagonale ascendente tipo montante che parte però dalla posizione alta dei ganci, sebbene un articolo del 1924 apparso sul Tacoma News Tribune afferma che un altro pugile filippino chiamato Macario Flores (già all’epoca) utilizzava questo tipo di colpo. Quando fu chiesto a Garcia come riuscì a sviluppare un colpo simile la risposta fu che da giovane per tagliare la canna da zucchero nelle piantagioni delle Filippine effettuava ripetutamente un movimento simile impugnando un bolo, famoso coltello filippino delle dimensioni di un machete. L’allenatore di Elorde, George Parnassus, coniò quindi il nome “bolo punch”.

Da un punto di vista tecnico, una strategia difensiva tipica del Panantukan (e del Kali filippino in generale) che deriva dal combattimento armato è il Ginunting, il cui significato “rompere i denti del serpente” si riferisce al fatto che contemporaneamente ad una parata il praticante di arti marziali filippine tenta di colpire, quando possibile, l’arto con cui viene sferrato l’attacco al fine di renderlo inoffensivo. Nel combattimento armato questo permette di eliminare immediatamente la minaccia più imminente ovvero la cosiddetta “mano armata”.

In allenamento , per sviluppare sensibilità, riflessi, fluidità e tempismo, vengono praticati degli esercizi ciclici a coppia chiamati Kadena de Mano o HubadLubad (legare e slegare). Questa tipologia di allenamento, anch’essa esercitata prima con le armi e successivamente a mani nude, risulta ottima per addestrarsi all’utilizzo del Gunting e del Trapping, ma anche della Trangkada e delle proiezioni del Buno. Tali esercizi non devono però diventare il fulcro dell’allenamento dei praticanti di sistemi da combattimento filippini altrimenti si corre il rischio di far svanire l’efficacia che li caratterizza riducendoli a semplici esercizi di coppia con un partner collaborativo, lontani dalla realtà del combattimento e della difesa personale.

In definitiva, il Kali Arnis Eskrima è un’arte marziale completa che studia sia il combattimento armato che quello disarmato in tutte le loro sfaccettature (in piedi, a terra, leve articolari, studio dei punti vitali, ecc.) ma tale distinzione è solo teorica in quanto principi, tecniche  e strategie rimangono comuni ad entrambe le tipologie. La distinzione che avviene oggi in alcune palestre tra le lezioni di Kali/Arnis/Eskrima e quelle di Pangamot/Panantukan, insegnate o praticate in orari differenti, fa perdere di vista tale principio fondamentale delle arti da combattimento filippine.

 

Rivista “Samurai” n. 3 Nuova Seria Anno X – Marzo 2015

 

Boxe filippina - Dirty boxing

 

L’immagine in evidenza ritrae Ted Lucaylucay del sistema “Panantukan” ed il suo allievo Richard Lamoureaux

 

CORSI E LEZIONI DI BOXE FILIPPINA A ROMA

 

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17 Set, 2016

Tecnica

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