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Festival dei Moriones

La lancia di Longino

 

L’antica Roma nelle Isole Filippine

di Andrea Rollo

Ogni anno da più di cento anni, durante la Settimana Santa, l’Isola di Marinduque nelle Filippine settentrionali diviene il palcoscenico del “Festival dei Moriones”.

Uomini e donne, dal Lunedì Santo alla Domenica di Pasqua, scendono nelle strade travestiti da antichi soldati romani per raccontare la vicenda narrata nel Vangelo di San Giovanni del centurione e poi santo Longino, il soldato romano che con la lancia trafisse il costato di Gesù Cristo crocifisso.

Secondo una versione folkloristica locale derivata da una tradizione orientale e greca passata poi in occidente si trattava di un soldato orbo da un occhio o comunque afflitto da gravi disturbi visivi, che guarì grazie al contatto con il sangue di Cristo. Dopo il miracolo della resurrezione, Longino (nome fittizio derivato dalla parola “Lancia” in greco antico) si convertì al Cristianesimo scatenando l’ira dei suoi commilitoni. Per questo venne catturato e decapitato.

Il Festival dei Moriones, caratterizzato da elmetti, maschere, tuniche e costumi dai colori sgargianti, deve il suo nome ad un tipo di elmo protettivo chiamato appunto Morione utilizzato in Europa tra il XVI e il XVII secolo ed in particolare dai conquistadores spagnoli durante l’occupazione delle Filippine. Il termine locale per questo festival è Moryonan.

Le sei municipalità dell’Isola, Baoc, Buenavista, Gasan, Mogpog, Santacruz e Torrijcos si riempiono di gente che, nascondendo la propria identità dietro le maschere, fanno scherzi ai bambini, danzano, giocano e marciano in gruppo.

Maschera - Festival dei MorionesL’allegria esterna che coinvolge tutta l’isola cela in realtà una sorta di sacrificio personale, sopportato come voto di penitenza o ringraziamento o come atto di autopurificazione dai cosiddetti Moriones che tutti i giorni per una settimana soffrono il caldo umido sotto i pesanti costumi e partecipano a processioni e marce indossando una maschera soffocante che permette una visione limitata e rende difficoltoso respirare. Un momento importante di tale festival è, infatti, la Via Crucis, ovvero la rivisitazione delle sofferenze di Cristo sulla sua via al calvario, durante la quale i credenti per espiare i propri peccati si frustano le spalle, trasportano pesanti croci in legno o addirittura vengono crocifissi.

La Via Crucis è in realtà l’ultima parte del Senakulo, una sorta di rappresentazione teatrale della Passione di Cristo divisa in tre parti: la prima, tenuta il Mercoledì Santo, è “La Creazione”; la seconda, recitata il Giovedì Santo, è “L’Ultima Cena” ovvero il “Cenacolo” da cui il nome dell’evento; e infine la “Via Crucis” il Venerdì Santo. Inoltre alle tre di pomeriggio del Venerdì Santo, donne anziane in piedi davanti al Cristo morto, vegliano il Santo Sepolcro recitando versi della Bibbia.

Il Festival dei Moriones è praticato anche in altre aree della Regione Tagalog, in molte delle quali è possibile distinguere tradizioni locali particolari. Caratteristica comune sono comunque le Batalyas  (combattimenti simulati) tra Moriones armati di spada. Oggi gli attori del Senakulo, così come delle altre commedie folkloristiche chiamate generalmente moro-moro, si esibiscono in combattimenti prestabiliti che garantiscono una migliore coordinazione e movimenti artistici esteticamente più accattivanti. In passato, invece, le Batalyas (o Batallas) non seguivano schemi o sequenze precise ma si trattava di improvvisazioni tra attori tecnicamente esperti che attraverso fluidi movimenti si adattavano allo stile di combattimento del proprio avversario. Questa forma di combattimento libero individuale, paragonabile alla “shadow boxing” o alla “boxe a vuoto”, assume nei numerosi sistemi di arti marziali filippine diverse denominazioni, tra cui Pamamaltacia, Carenza, Karanza, Halad, Alay e Sayaw ng Panalaban.

Il praticante di arti marziali filippine attraverso il combattimento a vuoto può da un lato perfezionare la tecnica e dall’altro ostentare con orgoglio la propria abilità ed il proprio stile di combattimento.

Doce Pares de Francia

Attori combattenti della commedia folkloristica ‘Doce Pares de Francia’ – Foto storica

Secondo Gat Puno Abon Garimot Baet durante il Cinakulo di Paete, Laguna, i Moriones, quando incontravano un possibile avversario lungo la strada, usavano dei segni convenzionali con le armi per lanciare, accettare o rifiutare una sfida e per decidere le regole di semi-realistiche batallas, tra cui ad esempio i possibili bersagli, la potenza dei colpi e la durata dello scontro.

La “Centurion Original and Paete Arnis Federation” (ex Paete Arnis Club – 1920) con il supporto dell’amministrazione locale di Laguna ha contribuito a mantenere viva questa tradizione fino ad oggi.

L’uso dei segni convenzionali con le armi per i combattimenti reali era comunque una pratica comune lungo quasi tutto l’arcipelago filippino. Attraverso questo particolare “linguaggio delle armi” si distinguevano i “death matches”, i duelli “al primo sangue” o gli scambi tecnici amichevoli.

Reminiscenza di tale usanza è il saluto con le armi effettuato dagli atleti prima del combattimento nelle moderne competizioni sportive di Kali filippino.

In definitiva, il Festival dei Moriones dimostra come lo studio delle arti marziali filippine e della loro storia non può prescindere dalla conoscenza di tradizioni folkloristiche locali, la cui attenta analisi contribuisce ad aumentare la comprensione di una materia così vasta e sfaccettata quale è la cultura marziale filippina.

 

Rivista “Samurai” n. 12 Nuova Seria Anno IX – Dicembre 2014

 

La lancia di Longino - L'antica Roma nelle Isole Filippine

 

L’immagine in evidenza ritrae una scena della passione di Cristo durante il Festival dei Moriones.

 

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22 Ott, 2017

Folklore

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