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LA TECNICA

Superficialmente descritta come arte marziale armata, il Kali – Arnis – Escrima è un metodo di armi filippinecombattimento completo che partendo dallo studio delle armi trasferisce tecniche e movimenti al corpo a corpo conservandone inalterati principi e strategie. I settori di studio generalmente comuni alla maggior parte dei sistemi di combattimento filippini sono il bastone singolo (single stick), il doppio bastone (sinawali), il coltello, la spada y daga ed, infine, le tecniche a mani nude. In molti sistemi, oltre queste armi principali se ne studiano altre tra cui il bastone lungo (bangkaw), il machete (bolo), la lancia (sibat), la catena (kadena), la frusta (latigo), la fionda (tirador), la cerbottana (sumpitan) e non ultimo il batterfly (balisong), il famoso coltello a farfalla inventato proprio in un villaggio di Batangas, Luzon (il nome del villaggio era appunto “Balisong”) da Perfecto de Leon nel 1905.

Dall’uso delle armi deriva quindi il pugilato filippino (panantukan, suntakan, sinumbagay…), l’arte di calciare (pananjakman, sipa, panadiakan, sikaran….), la lotta in piedi (buno) e la lotta a terra (dumog).

Per perfezionare la fluidità dei movimenti, aumentare la coordinazione e migliorare i riflessi si praticano inoltre degli esercizi ciclici a coppia, detti drill. I più conosciuti sono l’Hubudlubud (ovvero legare e slegare, o Cadena de mano), l’abecedario, la sombrada, il tapitapi, il numerado, il sinawali e il palispalid. In alcuni sistemi, si studiano anche forme individuali libere o prestabilite, dette anyo, balangkas, pormas o sayaw (danza).

Una tecnica difensiva propria delle arti marziali filippine è il Gunting, letteralmente “forbici”, la quale, seguendo il concetto di “rompere i denti del serpente”, consiste nel colpire tendini, nervi o muscoli dell’arto con il quale l’avversario sferra un attacco, sia esso armato che disarmato. Lo scopo del gunting, oltre quello di annullare la minaccia, può consistere nel distrarre l’avversario per rendere più efficace un eventuale contrattacco o, se l’avversario è armato, nel disarmarlo facendogli perdere la presa sull’arma.

La trasferibilità dei principi e delle tecniche tra le diverse armi e addirittura alle mani nude garantisce alle tecniche di Kali filippino una versatilità ed eccletticità tale che sono state introdotte a pieno titolo nei metodi di difesa personali in cui è possibile utilizzare un qualsiasi oggetto della vita quotidiana come un’arma occasionale (un mazzo di chiavi, una penna, un paio di occhiali..) e nei sistemi di combattimento militari, di sicurezza privata e di ordine pubblico, in cui, ad esempio è fondamentale il corretto utilizzo del manganello / sfollagente).

Inoltre, il percorso formativo del praticante di Kali filippino include lo sviluppo di abilità curative tradizionali, affiancandole allo studio del combattimento armato e senz’armi essendo ad esso collegate da una duplice funzione: da una parte la conoscenza dettagliata dell’anatomia umana permette di individuare i punti deboli dell’avversario sui quali applicare ad esempio una tecnica di gunting o una leva articolare (trangkada); dall’altra la capacità di curare eventuali problemi fisici permette, in caso di necessità, di applicare tecniche di primo soccorso su stessi o su altri.

Le forme di medicina alternativa presenti nel bagaglio tecnico-culturale delle arti marziali filippine variano dalla pratica di massaggi e studio delle ossa del corpo umano (hilot), alla somministrazione di erbe naturali (albularyo) fino alla manipolazione della mente attraverso la fede (espiritista).

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