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Lapu Lapu - eroe nazionale filippino

Pangamut

 

Pangamut” (ovvero “manovra delle mani”, dalla parola “Kamot” che nel dialetto cebuano significa “Mano”) è un termine generico spesso utilizzato per indicare il combattimento a mani nude delle arti marziali filippine.  Secondo alcune fonti però indica nello specifico l’antico metodo di combattimento (armato e non armato) dell’eroe nazionale filippino Lapulapu che uccise Ferdinando Magellano nella famosa battaglia di Mactan del 1521. Altri termini aventi lo stesso significato sono: “Palamut”, “Pakamut”, “Kamutkamut” o “Manomano” a seconda della regione geografica in cui viene praticato.

A tal riguardo, Felix Roiles del sistema Pakamut afferma che il termine “Pakamut” veniva utilizzato nella provincia meridionale di Cebu mentre nel nord veniva pronunciato “Pangamut”. Inoltre suo nonno, Andres “Bagari” Roiles asseriva che Lapu Lapu (famoso eroe filippino che uccise Ferdinando Magellano) era un esperto di pakamut in quanto gli era stato insegnato dal padre Datu Mangal e che tale arte è arrivata sino ai giorni nostri, venendo tramandata da generazione in generazione sulle montagne di Mactan.

A proposito dell’eroe filippino, Dionisio Cañete del Doce Pares nel suo libro “Eskrima Kali Arnis” pubblicato dalla Doce Pares Publishing House nel 1993 scrive: “Nel libro De los delitos, stampato nel 1800 da Don Baltazar Gonzales a Madrid, Spagna, l’autore racconta che potrebbe essere stato Datu Mangal, il padre di Lapulapu, a portare l’arte del combattimento con il bastone sull’isola di Mactan, e Sri Batugong e suo figlio Sri Bantug Lumay a portare l’arte nella vicina isola di Sugbu (Cebu). Bantag Lumay era il padre di Sri Humabon or Rajah Humabon. Humabon era il capotribù di Sugbu quando Magellano arrivò nel 1521.Lapulapu, persino prima del suo momentaneo incontro con Magellano, aveva addestrato i suoi uomini a causa dell’amara rivalità con Rajah Humabon, che accusò di essersi appropriato di una parte del territorio di suo padre, in particolare l’area di mare tra l’isola di Mactan e Cebu. La faida tra questi due capitribù locali contribuì significativamente al primo sviluppo del ‘vecchio’ arnis. Lo scontro finale tra Lapulapu e Humabon, comunque, non si realizzò”.

Sempre in riferimento a questo argomento, nel libro intitolato “Filipino Martial Culture” Mark Wiley scrive: “Attraverso la costante lotta e guerre con le isole vicine, il figlio di Mangal, Rajah Lapulapu (anche conosciuto come, Tanday Lupalupa) sviluppò un sistema di combattimento chiamato pangamut. Secondo Gonzales, il pangamut era composto da sei fendenti (ovvero alla testa, petto e reni, sia lato sinistro che destro) e due stoccate (ovvero alla faccia e alla regione addominale)”.

Purtroppo, nel suo articolo “Western Boxing contro Filipino Boxing, due arti simili ma distinte?” Krishna Godhania scrive: “Una copia del libro De los delitos di Don Baltazar Gonzales (1800) deve essere ancora trovata; secondo il defunto Manong Eulogio “Yoling” Cañete – questo libro fa riferimento al pangamut (mani nude). Secondo Manong Abner Pasa la sola copia che Yoling aveva visto – era andata distrutta durante la seconda guerra mondiale. Di conseguenza, noi ci affidiamo alla tradizione orale….che alcuni critici considerano inattendibile”.

Come anticipato all’inizio della presente pagina, è interessante notare che, mentre Wiley parla di 8 colpi effettuati con un’arma da taglio (6 fendenti e 2 stoccate), secondo Godhania (allievo di Abner Pasa del Balitok Eskrima, a sua volta studente di Eulogio “Yoling” Cañete del Doce Pares) con il termine “Pangamutsi indicava un’arte da combattimento a mani nude.

Steven Drape, infine, nel suo articolo “The history of eskrima, Pre-1900”, si riferisce al libro di Don Baltazar Gonzales chiamandolo Isla de los delitos.

Infine, è importante sottolineare che Samuel Lecena di Barangay Montañeza (Inamlang), Malabuyoc, Cebu chiamava il proprio sistema di eskrima Pangamut. Le origini di tale sistema risalgono ad un certo Diego, eskrimador originario di Negros Oriental.

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06 Set, 2016

Sistemi - Approfondimenti

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