Protezioni

Tessuto di canapa utilizzato dai guerrieri Mandaya di Davao, nella parte occidentale di Mindanao, i quali creavano un armatura imbottita senza maniche avvolgendo intorno agli arti e al corpo numerose fasce decorate di tale materiale per proteggersi dalle armi da taglio e stoccata nemiche. Tali fasce, chiamate invece Gindua dai Bagobo, sono cadute in disuso sebbene è possibile trovarle ancora oggi tra i Bukidnon del nord.

Alla vita veniva indossato un gonnellino o grembiule mantenuto da una cintura di stoffa, alla quale veniva fissata la fodera dell’arma pronta a essere impugnata.

Nella tribù Bikidnon, sebbene pacifista e spesso vittima di raid da parte di Moros, Manobo e altre tribù, ai guerrieri che avevano ucciso numerosi nemici era consentito indossare un copricapo rimcamato a 3 o 5 punte. Un altro copricapo riservato ai combattenti valorosi è il Panditan. Quest’ultimo decorato con perle bianche.

L’usanza di riservare abiti distintivi ai guerrieri di un certo valore era comune ai vicini Manobo, Bagobo e Mandaya nel sud.

Un ulteriore oggetto protettivo, indossato dai guerrieri, era una bandoliera incantata, indossata dalla spalla destra al fianco sinistro e chiamata Talian.

Tale bandoliera, avente la funzione di proteggere il guerriero dalle armi avversarie, era formata da erba ricoperta di tessuto a cui venivano attaccate conchiglie, zanne di maiale selvatico, pietre considerate magiche, denti di alligatori e oggetti simili.